Intelligenza artificiale: storia, aneddoti, evoluzioni

Facciamo un riassunto, dal punto di partenza fino al punto di arrivo, passando per aneddoti, best praticte, esempi positivi ma anche negativi, pro e contro.

Vediamo perchè l’intelligenza artificiale influisce già in modo determinante nel nostro quotidiano.

Gli albori dell’Intelligenza Artificiale risalgono agli anni Cinquanta del secolo scorso, anni nei quali iniziava la vera e propria era del calcolo scientifico con calcolatore e dei primi relativi primi sistemi intelligenti.

Tutto ebbe inizio nel 1956.

In un convegno tenutosi nel New Hampshire (Stati Uniti), si riunirono i primi grandi studiosi dell’informatica: in quell’occasione si raccolsero i primi e più importanti contributi scientifici sul tema, ponendo anche le basi sugli sviluppi futuri dell’informatica e dei sistemi intelligenti applicati ad essa.

A quel convegno partecipò anche il fisico statunitense Alan Turing, considerato uno dei padri dell’informatica moderna. Già negli anni ’30 di quel secolo egli aveva posto le basi per lo studio dei concetti di computabilità e calcolabilità ideando e sviluppando la macchina ed il Test di Turing.

Il Test di Turing afferma che una macchina può considerarsi intelligente se il suo comportamento, osservato da un essere umano, veniva considerato indistinguibile da quello di una persona.

Grazie al lavoro di Turing e di altri scienziati dell’epoca, il tema dell’Intelligenza Artificiale ricevette un’alta considerazione, e un relativo impulso, da parte di tutta la comunità scientifica. Dalla quale nacquero numerosi approcci.

Tra i principali troviamo la logica matematica, per la dimostrazione di teoremi e l’inferenza di nuove conoscenze e le reti neurali che arriverà fino ai nostri giorni arrivando nell’ambito del Deep Learning, uno dei rami del Machine Learning.

Da allora lo studio dell’Intelligenza Artificiale non si è più fermata.

Arrivando ad avere, nell’ultimo decennio della nostra epoca, uno sviluppo esponenziale tutt’ora in corso.

L’evoluzione dell’intelligenza artificiale ed il gioco degli scacchi.

Durante gli anni ’50 e ’60 lo studio relativo alla IA ha attraversato molte fasi di sviluppo, e tra le prime applicazioni pratiche, troviamo i programmi per giocare. Vennero infatti sviluppati i primi algoritmi creati per programmare a tal fine un computer, ma senza che ciò avvenisse nella pratica, mancando ancora le capacità degli attuali sistemi informatici di elaborare le tante combinazioni presenti nel gioco.

La linea che seguì Alan Turing.

Egli vide gli scacchi come un pretesto formidabile per cercare di sviluppare un sistema di IA avanzato. Dopo aver sviluppato durante la Seconda Guerra Mondiale il codice di decifrazione del sistema Enigma, utilizzato dai nazisti per le loro comunicazioni segrete, applicò tali algoritmi allenandosi proprio sullo sviluppo del gioco degli scacchi.

L’accelerazione dello sviluppo dell’Intelligenza Artificiale nell’ultimo decennio.

Per molti anni l’IA è avanzata a passi più o meno importanti, ma la chiave di volta è arrivata con la crescente miniaturizzazione dei chip, che ha determinato un aumento della potenza di calcolo dei sistemi informatici.

Parallelamente l’introduzione di tecnologie di rete sempre più avanzate ha portato ad un cambio di velocità di tutti i sistemi.

Si consideri che solo fino a dieci anni fa, nessuna macchina poteva fornire in modo affidabile il riconoscimento delle immagini o del linguaggio. Oggi i sistemi di IA sono talmente progrediti che stanno battendo gli umani nei cinque domini informatici principali.

Tutti i dati sviluppati negli ultimi anni sono il risultato di alcuni test volti a paragonare e misurare le prestazioni dell’ IA con quelle umane; lavorando sul riconoscimento della grafia, sulla comprensione dei linguaggi e altro.

Nei cinque domini informatici sopra citati le prestazioni iniziali del sistema di IA sono state impostate su un valore di -100 mentre le prestazioni umane sul valore di zero, e questo al fine di verificare come le due intelligenze si avvicinano e sviluppare i sistemi.

Negli ultimissimi anni è stata percorsa parecchia strada, anche se è sempre necessaria la fondamentale premessa: tutti i sistemi di IA che si basano sul machine learning devono essere addestrati.

In questo addestramento uno dei fattori predominanti è quello del calcolo, affiancato dagli algoritmi del sistema e dai dati di input utilizzati per l’addestramento: lo sviluppo di tutto questo sta portando ad avere sistemi  sempre più potenti.

Innumerevoli aree di utilizzo.

Ad esempio se prenoti un volo quasi sempre è l’IA che decide il prezzo e le variabili in base ad altri fattori.

Arrivi in aeroporto e prendi l’aereo?  Anche qui la IA entra in gioco, sia a terra che in volo, ad esempio supportando i piloti nella navigazione.

Le banche e le finanziarie utilizzano sistemi di deep learning che aiutano a gestire ad esempio prestiti o finanziamenti, od ancora nella sanità, negli uffici del personale , e in numerosissimi altri ambiti.

Oggi possiamo sperimentare in pratica tutto questo anche da casa, facendo due chiacchiere con GPT-3 o giocare con gli avatar virtuali di Lensa AI.

E certamente non possiamo dimenticare gli smartphone, a cui inviamo indirettamente dati che servono ai sistemi di IA per il riconoscimento delle immagini, e che di fatto ci rende anche direttamente coinvolti, più o meno consapevolmente, nell’evoluzione di questi sistemi di IA.

Ovviamente tutto questo non vuol dire al momento che l’IA abbia superato gli umani, o che siano in arrivo sistemi di apprendimento automatico con capacità senziente.

Oggi le prestazioni sono sempre di tipo misto, e sono tanti gli ambiti nei quali i sistemi di IA funzionano molto peggio rispetto a noi, in quanto la discriminante, in molti casi, è legata all’accesso ai dati sui quali allenare gli algoritmi.

CAPTCHA ed il test di Turing inverso

Nel test di Turing inverso viene capovolto l’obiettivo creato con il primo Test di Turing: qui è il computer che viene messo alla prova mettendolo in condizioni di determinare se si stia interagendo con un computer o con un essere umano.

E’ ciò che tutti oggi incrociamo in tantissime occasioni, quando ci viene proposto il famoso CAPTCHA: questo metodo si utilizza per capire se ci sia un sistema automatico che sta cercando di entrare in maniera forzata all’interno di un sito o di alcune parti specifiche.

Il CAPTCHA nasce in base al principio che non ci sia, a tutt’oggi, un software così sofisticato da poter leggere e riprodurre tali immagini; quindi, se chi sta interagendo risolve il quesito di sicurezza che pone il codice, è certamente un umano. Fino ad oggi almeno.

Stanno già nascendo sistemi in grado di decriptare questo codice con sufficiente accuratezza.

Gli aspetti positivi dell’intelligenza artificiale.

L’intelligenza artificiale è vista da molti con sospetto se non con timore, e questo deriva molto dalla mancanza di informazioni imparziali, e tra queste troviamo tutta una serie di implicazioni di carattere etico e morale.

Tanti gli ambitoi di applicazione nei quali l’IA sta portando dei benefici concreti; tra i più importanti troviamo la medicina. Grazie alle nuove applicazioni si possono ottenere diagnosi accurate e personalizzate.

La robotica, applicata alle produzioni industriali ma anche l’economia, ne sfrutta le potenzialità potendo analizzare dati e modelli più in profondità.

La possibilità, e il conseguente timore, che le macchine dotate di IA avanzata possano a breve sostituire la componente umana è reale, ma tale sostituzione potrà essere compensata tramite l’affiancamento umano, che rimane sempre necessario.

E’ così che si darà la possibilità, in prospettiva futura, di organizzare meglio il lavoro delle persone, eliminando le ripetitività e gli automatismi, cercando di dirottare il personale verso aspetti più creativi e mansioni  vicine agli interessi del singolo.

I potenziali rischi derivanti dall’intelligenza artificiale

Ovviamente il campo non è esente da rischi e timori, come detto sopra, uno dei problemi sarà quello di creare posti di lavoro che compensino le perdite derivanti dalla sostituzione delle macchine dotate di maggiore IA.

Un altro aspetto delicato è la possibilità che delle sue potenzialità ne approfittino le organizzazioni criminali per sistemi illegali od ancora l’argomento della privacy, tutto da capire su come poterlo gestire, considerata la mole di informazioni che oggi si immettono in rete, spesso senza troppo criterio.

Anche le discriminazioni di vario genere dovranno essere gestite in quanto, se è vero che una macchina non può avere pregiudizi, i dati e le informazioni sono inserite da noi e l’IA può imparare a replicarli nei suoi output.

Conclusioni in merito alla gestione della IA

È importante quindi che lo sviluppo della IA sia affiancata da algoritmi strutturati e da sistemi più etici ed equi possibile. Questo è possibile attraverso l’utilizzo di dati di addestramento imparziali, consapevoli di quelli che possono essere i rischi, che l’apprendimento automatico deve minimizzare.

La comunità si sta muovendo cercando di approvare una regolamentazione specifica, e già dal 2019 sta lavorando con l’aiuto di decine di esperti di codice etico e non solo per mettere a punto un regolamento efficace, arrivando nel 2021 a proporre un primo schema normativo contenente le linee guida sull’utilizzo della IA, e che dovrebbe arrivare al termine del suo lavoro nel giro di qualche mese.

La IA sta compiendo passi da gigante dopo il 2020.

I timori che gli sviluppi di questa tecnologia non considerino fino in fondo gli aspetti etici e morali ci sono tutti e questo è un argomento di alta preoccupazione da parte di tutta la comunità scientifica e non solo.

Ovviamente non è uno strumento ne buono ne cattivo: molto dipende dall’utilizzo che si fa di questa tecnologia, e quindi è un dovere morale, verso tutti, che i tecnici specializzati in IA facciano un uso conscio rispetto a quelli che possono essere gli sviluppi della stessa IA.

Sarà facile farsi sfuggire la situazione, dimenticando di tenere come principio cardine la morale e l’etica.

E sarebbe sbagliato sottovalutare le conseguenze derivanti da un utilizzo sbagliato e addirittura fuori dalla legalità.


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