Vaccino Coronavirus: ci prova il super computer
Siamo in un momento storico di grande apprensione. Tutti noi stiamo vivendo una situazione di fortissimo stress legato al propagarsi del Coronavirus. Ormai da settimane a questa parte ascoltiamo esperti parlare di questa situazione, quindi sappiamo più o meno tutto ciò che riguarda questo nuovo virus. Gli scienziati ed i ricercatori non sono riusciti ancora a trovare un vaccino Coronavirus. Secondo le prime stime, un vaccino Coronavirus non sarà sintetizzato prima di un anno. Per accelerare questo processo, si è deciso di impiegare tutte le risorse a disposizione. E’ notizia di qualche giorno fa che, il supercomputer ” Summit “, sta tentando di trovare la proteina indicata per poter elaborare un vaccino.
Summit, il supercomputer impiegato per trovare un vaccino Coronavirus
Summit è attualmente il computer più potente al mondo. Questo è un computer sviluppato da IBM per l’ Oak Ridge National Laboratory. Cosa? A cosa servirà l’ impiego di Summit? Summit sarà utilizzato per trovare una proteina in grado di legarsi e bloccare le proteine a forma di corona del virus. Così facendo, verrà impedito al virus di infettare le cellule polmonari, bloccando di fatto la malattia. Ora, mi sembra abbastanza necessario parlare di qualche caratteristica tecnica di questo computer.
Summit è un computer che può raggiungere una velocità teorica di calcolo di 200 Peta Flops, grazie ad un mix di processori IBM Power9 e GPU Nvidia Tesla V100. Questo supercomputer è formato da 4608 nodi di calcolo, ogni nodo ha due CPU IBM Power9 e sei GPU Volta GV100. Il supercomputer può vantare 220.880 core per quello che riguarda le CPU, mentre più di 188 milioni di CUDA core, 9,2 petabyte di memoria e 250 petabyte di archiviazione tra NVRAM e storage. Ora vediamo cosa hanno detto gli esperti per quello che riguarda l’ impiego di questo supercomputer:
“Summit era necessario per ottenere rapidamente i risultati della simulazione di cui avevamo bisogno. Ci sono voluti un giorno o due, mentre ci sarebbero voluti mesi su un normale computer“, ha dichiarato Jeremy Smith, direttore dello UT / ORNL CMB. “I nostri risultati non significano che abbiamo trovato una cura o un trattamento per il Coronavirus di Wuhan. Siamo molto fiduciosi, tuttavia, che i nostri risultati saranno utili agli studi futuri e forniranno un quadro per studiare ulteriormente questi composti. Solo allora sapremo se qualcuno di loro avrà le caratteristiche necessarie per mitigare questo virus”.
Per farla breve, Summit sta cercando all’ interno di un gruppo di 8000 proteine, quella che si può legare al virus con maggiore possibilità di successo. Fino ad adesso sono stati trovati 77 farmaci che meritano maggiori studi. Una volta che verrà trovata la proteina che più di tutte sarà in grado di legarsi al virus, sarà possibile sintetizzare un vaccino.
Emilio Brocanelli
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