Cuffie wireless: fanno male alla salute?

Cuffie e auricolari senza cavi funzionano grazie alla tecnologia di trasmissione dati chiamata Bluetooth. Ad oggi le vendite di questo tipo di dispositivi wireless vivono un vero e proprio momento magico e la comodità dell’assenza di cavi questi dispositivi è indubbia.

Tuttavia, all’aumentare delle vendite aumentano anche i consumatori che si fanno domande in merito alle onde elettromagnetiche emesse da questi oggetti: le cuffie Bluetooth sono realmente sicure specialmente se usate spesso e per tanto tempo?

Le onde Bluetooth sono una delle forme una delle forme di campi elettromagnetici meno analizzate. La mancanza di studi formali ha portato gli “esperti” del settore a concludere che sono sicuri. Questa affermazione non si basa su alcuna prova che dimostri che sono innocui, ma piuttosto sulla mancanza di ricerche che dimostrino che non sono sicuri.

Come funziona il Bluetooth

La tecnologia Bluetooth risale al 1998 ed il primo auricolare fu sviluppato due anni dopo. Quando un dispositivo Bluetooth è connesso, diventa parte di una rete wireless localizzata. Le cuffie agiscono sia come ricevitore che come trasmettitore del segnale wireless.

Le onde radio che trasmettono segnali da e verso il telefono sono configurate utilizzando algoritmi complessi per garantire che il suono venga inviato in modo chiaro e nitido al microfono.  Sebbene più dispositivi Bluetooth possano connettersi a un solo telefono “genitore”, questi dispositivi non possono comunicare tra loro. Possono inviare e trasmettere segnali solo al telefono a cui sono connessi.

Affinché una cuffia wireless sia in grado di comunicare con il suo dispositivo principale, i due devono accoppiarsi. L’accoppiamento è il processo in cui viene creato un canale di informazioni che connette una periferica Bluetooth al suo dispositivo genitore. Potrebbe essere uno smartphone, un cellulare o un PC.

Affinché funzioni, l’impostazione di accoppiamento su entrambi i dispositivi deve essere attivata ed entrambi i gadget devono essere rilevabili sulla rete. Le cuffie generano quindi un PIN o una password che deve essere inserita nel dispositivo master per attivarne l’accoppiamento.

Cosa sono le cuffie Bluetooth?

Gli auricolari e le cuffie Bluetooth sono periferiche che operano come fossero dei modem Wi-Fi in miniatura. Questi dispositivi wireless utilizzano le onde radio invece dei cavi per connettersi a uno smartphone, cellulare o PC.

Sono stati progettati pensando all’estetica eliminando gli scomodi ed antiestetici cavi che, in precedenza, erano l’unico modo per collegare le cuffie ad altri dispositivi. Hanno un microfono e un auricolare che fanno in modo di poter parlare e ascoltare senza doverli tenere in mano.

Le cuffie Bluetooth emettono radiazioni?

La maggior parte delle cuffie wireless sono dispositivi Bluetooth di Classe 2. Una classe Bluetooth determina la portata wireless del dispositivo. I dispositivi di Classe 1 hanno una portata che si estende fino a circa 32 metri, mentre i dispositivi di Classe 2 hanno un raggio di 3 o 4 metri.

La connettività dipende anche da altri fattori come le condizioni della batteria, la configurazione dell’antenna e se le condizioni dell’ambiente circostante favoriscono la propagazione del segnale.

Le cuffie Bluetooth emettono la stessa radiazione a radiofrequenza (RF) dei forni a microonde. Ovviamente, il wattaggio è diverso, ma è lo stesso tipo di EMF (electromagnetic field). È anche lo stesso tipo di radiazione emessa dai telefoni cellulari, anche se a frequenze leggermente diverse.

Secondo il parere ufficiale degli enti di controllo e regolamentazione, la sicurezza delle cuffie Bluetooth è data dalla quantità di radiazioni emessa che risulta troppo bassa per essere considerata una minaccia per la salute umana. Al contrario, secondo il parere di alcune associazioni di consumatori, questa affermazione non è del tutto corretta, considerando che essenzialmente sono radiazioni RF emesse direttamente nel corpo umano e sono nella gamma da 2,4 GHz a 2,4835 GHz e spesso per lunghi periodi.

Le frequenze RF sono classificate come emissioni a bassa energia. Molte ricerche indipendenti recenti dimostrano che anche a questi bassi livelli, le radiazioni RF sono ancora in grado di indurre potenzialmente una serie di effetti negativi sui sistemi biologici umani.

Cosa importante da sottolineare è considerare dove si trovano le cuffie Bluetooth la maggior parte del tempo di utilizzo: sono infatti a contatto diretto con l’orecchio dell’utilizzatore. Ciò significa che anche se i dispositivi Bluetooth funzionano a intensità di radiazioni inferiori, il tempo di contatto tra l’EMF e il tessuto cerebrale è elevato. Questa situazione, tra l’altro, in genere dura molto più tempo rispetto a quello trascorso tenendo il cellulare vicino all’orecchio magari rispondendo ad una telefonata.

Pericoli alla testa dall’esposizione alle radiazioni EMF Bluetooth

Cosa è contenuto nella nostra testa? La quantità di tessuto connettivo e di fluido rappresentano il substrato chimico ideale per inviare e ricevere segnali elettrochimici.

La nostra testa come un conduttore naturale di onde elettromagnetiche soprattutto in quei frangenti in cui abbiamo un dispositivo che emette delle onde RF direttamente a contatto. Ecco alcuni dei pericoli a cui espone l’uso a lungo termine delle cuffie wireless.

Mal di testa

Spesso sui forum e sui social network si leggono domande inerenti a un collegamento tra gli auricolari Bluetooth che si indossano e il mal di testa che ne consegue dopo un intenso uso. Questa non è una coincidenza.

Una delle caratteristiche dell’esposizione alle radiazioni EMF emanate anche dalle cuffie wireless sono gli effetti neuropsichiatrici che inducono. Alcuni di questi sono stati collegati alla depressione. Ecco perché:

  • La radiazione EMF attiva i canali ionici del calcio voltaggio-dipendenti (VGCC) nel cervello. Questi sono responsabili dell’abilitazione della comunicazione neurologica tra le cellule cerebrali.
  • L’attivazione del VGCC è responsabile di una serie di diversi effetti neuropsichiatrici.
ADHD, il disturbo da deficit di attenzione o iperattività

Recenti studi hanno anche collegato il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) a livelli elevati di esposizione alle radiazioni EMF come quella emessa dagli auricolari Bluetooth. L’esposizione alle onde causa la fuoriuscita di calcio nelle cellule cerebrali, rendendole ipersensibili e più propense a trasmettere segnali particolari. Gli effetti di questo includono:

  • Innesco di pensieri casuali
  • Annebbiamento dell’attività mentale
  • Perdita di concentrazione

L’esposizione alle radiazioni RF per i bambini è particolarmente pericolosa poiché il loro cervello è ancora in via di sviluppo. Quindi, sarebbe meglio evitare di far usare questi dispositivi a persone troppo giovani.

Effetti biologici

I campi elettromagnetici deboli hanno lunghezze d’onda corte. Le onde Bluetooth rientrano in questa categoria. Si alzano e si abbassano rapidamente, creando impulsi dannosi per le cellule umane.

L’esposizione a lungo termine potrebbe causare danni ai tessuti a livello cellulare e, seppur al momento ancora non esiste una chiara evidenza scientifica, provoca danni irreversibili al DNA e aumenta il rischio di cancro.

Inoltre, poiché l’esposizione alle radiazioni Bluetooth è così vicina alla testa, assottiglia e indebolisce la barriera ematoencefalica il che rende i neuroni vulnerabili ai danni.

Acufene

L’acufene è una condizione in cui un individuo percepisce ronzio, un fischio o un rumore nelle orecchie. Colpisce circa il 20% della popolazione. Uno studio brasiliano ha scoperto che le radiazioni EMF innescano l’insorgenza della condizione o la peggiorano in coloro che già ce l’hanno.

Nei casi normali in cui non è indotto da campi elettromagnetici, l’acufene è solitamente una condizione sottostante causata da un disturbo del sistema circolatorio, una lesione all’orecchio o una perdita dell’udito legata all’età.

Alternative per cuffie Bluetooth

Innegabile la comodità delle cuffie senza fili specialmente in situazioni come allenamento fisico, guida di un veicolo o se semplicemente non vuoi avere dei cavi attorcigliati che pendono dalle orecchie. Tuttavia, è necessario considerare i loro potenziali effetti negativi sulla salute.

Per evitare i rischi descritti, esistono alternative più sicure che mantengono relativamente al sicuro dalle dannose emissioni RF Bluetooth EMF. Ecco un paio di idee.

Cuffie con il cavo “vecchio stile”

Le cuffie cablate funzionano grazie al collegamento diretto alla sorgente del segnale, che potrebbe essere il tuo smartphone o la tua radio. Il segnale acustico viene convertito in un segnale elettrico e viene condotto attraverso il cavo fino all’auricolare nell’orecchio. Il segnale elettrico viene quindi convertito in un tono acustico, che viene rilasciato attraverso l’altoparlante dell’auricolare.

Come nel caso di tutti i segnali elettrici, la radiazione EMF è presente nel processo sorgente-orecchio. La sua intensità è ciò che fa la differenza. Nelle cuffie con il cavo, visto che il segnale è confinato, diventa meno dannoso di un segnale Bluetooth libero nell’aria.

Cuffie a tubo d’aria

Le cuffie con tubo ad aria sono al 100% prive di radiazioni EMF. A differenza delle cuffie tradizionali in cui gli altoparlanti si trovano proprio contro l’orecchio, le cuffie con tubo ad aria hanno gli altoparlanti situati lontano dalla testa.

Il segnale elettrico dalla sorgente viene convertito in un tono acustico. Questo viaggia poi su un tubo flessibile fino agli auricolari che non hanno alcun conduttore metallico. Questo li rende esenti da tutte le forme di radiazioni EMF.

Abbandonare o meno le cuffie wireless?

A differenza della maggior parte delle altre fonti di radiazioni EMF involontarie a cui sei esposto quotidianamente, puoi decidere se esserlo o meno anche da quelle emesse dalle tue cuffie ed auricolari wireless.

Devi decidere in autonomia se dare credito agli studi, spesso realizzati da ricercatori indipendenti, che affermano il potenziale pericolo di questi dispositivi elettronici oppure seguire la posizione della scienza ufficiale che dice il contrario anche se non esistono prove dell’assoluta non pericolosità in merito.

Potrebbe giocare un ruolo anche per quanto tempo usi questi dispositivi durante la giornata, di sicuro ridurre al minimo il tempo di uso ed esposizione non può che essere un vantaggio in tal senso. Per completezza è giusto dirti che l’autore di questo articolo, che in genere si attiene alla scienza ufficiale, vista l’assenza di prove che garantiscono la totale innocuità di queste periferiche, ha già da tempo deciso di non farne uso.


Ecco alcuni consigli :




 

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